Hai Telecom? Cambia gestore.


Perché lasciare Telecom?

Per evitare guai tipo questo: addebiti farlocchi a numeri mai chiamati e cose del genere che vi possono tormentare per anni.

Se sei ancora in tempo, fuggi!

La moralità media di Telecom è risaputa: fatture false a fini di frode fiscale, il mantenimento di superdirigenti con stipendi da favola (tutta eredità "politica" della SIP [AGGIORNAMENTO: vedi note nei commenti!]), scandali di natura politica, e praticamente tutte le associazioni di consumatori hanno una pagina dedicata a Telecom.

La ricerca Google per "associazione consumatori telecom problemi bollette" dà circa 55.700 risultati. Circa 4-6 volte tanto il numero di risultati rispetto agli altri operatori. Sarà questione solo di quote di mercato? Mah.

Riporto qui sotto, in accordo e con l'autorizzazione del Sig. Carlo Soriani e di Manuela Soriani, una cronologia dei fatti. Lo stile di scrittura sarà un po' formale e un po' informale, sto modificando un copia-incolla delle informazioni che passerò alla mia avvocato/essa (fate voi) perché mandi l'ennesima (per lei) lettera a Telecom per addebiti "fantasiosi".

Gran parte delle operazioni sottoindicate sono state materialmente eseguite da me in nome e per conto degli intestatari della linea, quindi so bene di cosa parlo e di quanti giramenti di balle

Telecom Italia addebita al Sig. Carlo Soriani una bolletta (rif. bolletta 5/07, fattura RE06550161 del 10/9/2007, relativa al periodo 1/7/2007 – 31/8/2007) per un totale di 198,50€. La bolletta e tutto quanto segue è relativo al numero telefonico 0425/82505, ora chiuso.

Il sig. Carlo riceve la bolletta/fattura tramite posta il giorno 8/10/2007 e procede lo stesso giorno a presentare reclamo telefonico al numero 187 e a richiedere il blocco dei numeri telefonici a sovrapprezzo.

Riguardo al blocco delle numerazioni, il sig. Carlo riceve in tempi brevi una lettera con indicazione del PIN per attivare il blocco. La procedura telefonica è oltremodo lenta e macchinosa, ma viene portata a termine in circa un 40 minuti: è necessario riascoltare lunghi messaggi preregistrati per ogni singolo tipo di numerazione che si vuole bloccare, non esistendo (allora, oggi non so, ho un altro operatore che li blocca di default!) un'opzione per bloccarli o sbloccarli tutti insieme.

Il Sig. Carlo, intestatario del numero, paga tramite bollettino postale 75,40€ relativamente alla parte non contestata della bolletta, e contesta i restanti 123,10€, relativi a numero 8 (sic) chiamate per un totale di 3 minuti e 26 secondi (sic).

Viene esclusa immediatamente la possibilità che le chiamate siano state effettuate da un computer infetto da programmi malevoli: il solo computer della casa era connesso tramite linea ADSL senza possibilità, quindi, di comporre numeri telefonici.
E, aggiungerei, adeguatamente protetto pur essendo una macchina con Windows XP. Ora, tra Linux io e Mac OSX Manuela, più un'adeguata gestione dei cookies del browser, il problema virus, spyware, dialer e compagnia fetida non esiste.

Viene data comunicazione via fax a Telecom Italia dell'avvenuto pagamento tramite fax, spedito il giorno 9/10/2007, ore 10:27. Contestualmente, veniva richiesta documentazione relativa alle suddette chiamate contestate, richiesta disattesa da Telecom.

Vorrei farvi notare il rovesciamento del diritto alla privacy: non è possibile, per un titolare di una bolletta, avere un riassuntivo in chiaro di quali chiamate lui stesso e le persone a cui mette a disposizione la linea ha effettuato.
Il mio vaghissimo sospetto è che Telecom, ricevendo percentuali da questi addebiti a numeri a sovrapprezzo, abbia interesse a non far arrivare pioggie di denunce alle società (anche se all'estero) che gestiscono questi "servizi".
Gli altri operatori, invece, hanno interesse a bloccarli, non ricevendone un centesimo.

Il sig. Carlo riceve, verso la fine del 2007, altre comunicazioni telefoniche per il sollecito del pagamento prima, e per l'accoglimento del reclamo a gennaio 2008. Di questo accoglimento del reclamo Telecom non ha mai prodotto documentazione cartacea (ma dai?).

Nei primi mesi del 2008 viene effettuato un trasloco di linea e anche un cambio di intestazione: da Soriani Carlo, via Galberte, Castelmassa a Soriani Manuela, via Don Minzoni, Castelmassa.

Nel corso delle pratiche, andate a buon fine, viene confermato che non risultano pendenze. Un'operatrice di Telecom Italia dichiara che “non sarebbe stato possibile fare il trasloco di linea [se fossero risultate pendenze]”.
Urrà!

Il blocco dei numeri a pagamento dev'essere comunque rifatto perché col trasloco si riattivano “di default”, tramite la tediosa procedura di cui sopra.

Verso la fine del 2009, dovendo io e Manuela traslocare di nuovo, si richiede la chiusura della linea e la fattura finale.

La linea viene chiusa nei tempi dichiarati, ma riceviamo lettera di sollecito di pagamento con intestazione “Mestre, 14/01/10 Prot. N. 44493 Oggetto: Sollecito pagamento fattura a seguito disdetta contratto” in cui si intima di “procedere al pagamento entro 10 giorni dalla data della presente” e si avvisa che “perdurando la morosità, saremo costretti ad adire le vie stragiudiziali e/o giudiziali”.

Il fatto che il numero telefonico sia chiuso e, quindi, “inesistente” ci ha causato gravi difficoltà nel tentare di raggiungere il Servizio Clienti di Telecom Italia, che richiede l'immissione di un numero di telefono attivo di Telecom per poter accedere come clienti: il servizio per i non-clienti (quali sono gli ex-titolari) non ha la possibilità di connettere l'ex-utente col servizio clienti.

Ci è stato suggerito da un'operatrice di immettere un numero telefonico Telecom anche diverso per poter accedere e spiegare la situazione, ma ci risulta difficile visto che tutti i nostri familiari e amici hanno precedentemente abbandonato Telecom come gestore (non è da escludere una correlazione causa-effetto con queste vicende ^_- ).

Non senza qualche resistenza da parte del Servizio Clienti, riusciamo ad aprire un nuovo reclamo il 2/2/2010, reclamo numero 3-9786391806. Ad oggi, nessuna comunicazione.

Riceviamo poi una lettera da Intrum Justitia S.p.A., da Milano, data 01/02/2010 per recupero del credito, N. pratica 4584890, riferimento cliente 750098783/2010. La fattura qui viene indicata come relativa alla data del 15/10/2007, ma il numero di fattura corrisponde.

Rispondiamo con fax il giorno 9/2/2010, ore 15:05 al numero di Intrum Justitia S.p.A., ribadendo di aver ricevuto comunicazione di accoglimento reclamo e di non aver ricevuto ulteriori solleciti eccetto questi ultimi. Lascio, contestualmente, i miei dati per ulteriori comunicazioni.

Vengo contattato pochi giorni dopo da una responsabile di Telecom Italia (da numero privato, sia mai che si riesca ad avere un riferimento) che mi comunica che non solo il reclamo non era, secondo Telecom, mai stato accolto, e di averne dato comunicazione per iscritto al sig. Carlo a suo tempo (inizio 2008, quindi). Richiediamo copia della documentazione del declino del reclamo, anche questa richiesta è disattesa da Telecom, ad oggi.

Resta da chiedersi: quanti pensionati hanno pagato senza accorgersene? E quante famiglie e piccole aziende pagano per evitare le minacce di distacco della linea e questa tortura infinita di reclami che si trascinano per anni?

3 commenti:

Swan ha detto...

Ciao Mattia! Tutto molto interessante, ma terrei ad una precisazione sulla "eredità politica della SIP". Secondo la mia esperienza, la Telecom è molto più politicizzata di quanto non sia mai stata la SIP, dove mio padre ha lavorato per decenni (prima era alla Stipel, che poi divenne appunto SIP), con ruoli prima tecnici (fu tra le altre cose l'artefice del telefono pubblico modello "Rotor") e poi dirigenziali, arrivando a percepire uno stipendio molto buono ma sicuramente mai faraonico come succede oggi per certi "manager". Mio padre andò in pensione nel 1986, e di politicherie dentro la SIP ebbe esperienza (diretta e negativa) da una decina di anni prima, quando un ultimo avanzamento di carriera (a cui teneva e per il quale si era fatto un mazzo come una capanna) gli fu sottratto perché il posto andò a un incompetente raccomandato da un certo famoso economista di area democristiana, che in seguito si è dato alla politica nel centrosinistra. Prima di quell'epoca, e in generale per tutti decenni in cui mio padre aveva lavorato a Milano e non a Roma, di politicherie ne aveva viste ben poche.
Ovviamente, mio padre stesso bollò come operazioni puramente politiche, e sconsiderate da un punto di vista professionale, quell'insieme di fusioni e riassetti societari che si sono susseguiti dalla fondazione di Telecom (1994) ad oggi, portando alla scomparsa di aziende che a suo tempo erano cresciute, dando lavoro a un sacco di gente e guadagnandosi un certo prestigio anche in ambito internazionale, e che ora sono o scomparse, o assorbite, o ridotte ad azienducole che hanno la metà del prestigio di prima (vedi Olivetti, Italtel, Stet, Italcable...).
Ehm, sono andata un po' per le lunghe... sorry! :-)

Mattia Bulgarelli (K. Duval) ha detto...

Ciao Valentina!

Grazie per l'interessantissima precisazione!

A questo punto preciso (verbo) che non sono stato preciso (aggettivo) nella scelta del termine: forse più che di "eredità" avrei dovuto parlare di "trend nefasto incominciato prima di Telecom".

Non me ne vogliate (e tu in particolare ^_- ) per quello che, in fondo, è solo un cappello introduttivo alla questione che mi sta a cuore: i metodi da fratelli della filibusta.

Dove i fili sono cavi di rame e la busta è quella che contiene la bolletta.

thebigthree ha detto...

io nel mio lavoro invece offro servizi a Telecom, ma gli chiedo anche il conto!
a parte questo, vi posso assicurare che pagano sempre in tempo, senza batter ciglio.. coi soldi degli altri raramente si lascian debiti o si lima uno sconticino per salvare qualche $.
(Fangio, sono Paul, sai dove lavoro, se ti va ne parliamo a parte)