Giuro che il prossimo aggiornamento sarà di robe più leggere (e di fumetto), ma oggi (per me, tu fa' quel che ti pare) è giorno di riflessioni sul confine tra superstizione e religione, che andrebbe tracciato con l'aratro, mentre qualcuno ci mette una porta girevole per i suoi comodi.
È di pochi giorni fa la notizia che tale Hojjat ol-eslam Kazem Sediqi ha detto pubblicamente che i terremoti in Iran sono la vendetta divina per via del fatto che le donne non si vestono in modo pudico e sono promiscue.
Giuro, ho riscritto 4 volte la frase qui sopra per farla suonare meno stupida possibile.
Costui ricopre la carica di... non so bene come si traduca, ma conduce le preghiere del venerdì a Teheran (che è una cosa importante), cioè: non è il primo scemo del villaggio che dice cose a caso.
La cura suggerita, guardacaso, è quella di rifugiarsi nelle tradizioni.
Ora, a noi occidentali viene subito da ridere, ci pensiamo "più avanti"...
Ma l'idea di Sediqi s'è già sentita negli U.S.A. nel 1998, da un tale Pat Robertson, televangelista con un lungo curriculum di affermazioni discutibili (qui e qui) su praticamente ogni argomento "sensibile".
Le più ridicole sono gli insulti alla Scozia in quanto paese "sopraffatto dagli omosessuali" (?), insulti all'Induismo in quanto politeista, affermazioni su Maometto che farebbero incavolare qualsiasi storico e fare vanto di riuscire a produrre 900Kg di spinta con le gambe all'apposito attrezzo, a 70 anni suonati (non che lo abbia mai fatto in pubblico).
Costui predisse disastri naturali contro Disneyland perché troppo indulgente nei confronti delle associazioni gay (e affiliate) che si danno appuntamento in determinati periodi dell'anno per visitare il parco.
Cito testualmente: "terremoti, tornado, forse perfino una meteora".
Ce lo vedete Dio che prende una meteora in mano e la lancia addosso a Disneyland perché ci sono troppi omosessuali (che Lui stesso avrebbe creato, a proposito)?
Pat, seriamente, ti pare che ai cancelli di Disneyland sia possibile mettere uno che smisti la gente per preferenze sessuali?
No. Primo, perché dovrebbe essere dotato di telepatia o di Gay-dar. Due, perché non è proprio una mossa commercialmente vincente. Tre, perché sarebbe illegale.
"Ah, ma questo era anni fa, noi occidentali siamo comunque più avanti..."
Ma Pat, qui, mette anche il terremoto di Haiti di quest'anno nelle mani di Dio, pari-pari, dicendo che gli Haitiani se lo meritano per via di un patto col Diavolo che fecero (?) ai tempi di Napoleone III.
Tecnica numero 7: "Post Hoc Ergo Propter Hoc", ricordate?
"Ah, ma Robertson non è mica un capo politico e religioso come Sediqi..."
Ha una trasmissione TV che viene trasmessa in vari Paesi ed è figlio di un senatore U.S.A., fate voi i conti.
In ogni caso, il riassunto di tutta la faccenda è:
1) andiamoci piano a fare i superiori,
2) a me, a catechismo, hanno insegnato cose un po' diverse.
Non mi interessa se credi o se non credi (ah, io sono agnostico, con amici credenti e atei, e disposto a parlarne con calma), mi basta che non scomodi Dio per i tuoi giochini di potere.
Ritorno al passato, ovvero: Ma siamo deficienti?
Stamattina leggo Punto Informatico e scopro un paio di cose inquietanti.
1) Esiste una proposta di legge sul tassare le connessioni internet italiane (vedi qui). Come se, tra parentesi, non pagassimo già l'IVA sulle bollette telefoniche (com'è anche giusto che sia). Perché? Perché l'industria dei mezzi di comunicazione tradizionali soffre? E quindi che si fa? Si dirottano soldi dall'investimento in infrastrutture in aiuti ad industrie che il progresso vorrebbe meno vecchie di quelle che ci sono?
Dirottare soldi? Eh, sì, perché nel frattempo gli investimenti per la Banda Larga (che sarebbe un pochino d'aiuto per la nostra industria, magari) sono stati bloccati con questa scusa. Al prossimo che mi parla di Ponte Sullo Stretto risponderò MOLTO male.
Già, ricordiamo, esiste la tassa definita "equo compenso" (sic): ogni supporto di registrazione vergine che compri contiene una piccola tassa che va, nelle intenzioni del Legislatore, a compensare i mancati introiti dell'industria cinematografica che si presume esso andrà a creare. Una specie di "tassa sulla colpevolezza presunta dell'acquirente", non vedo come sia giustificabile logicamente in altro modo.
Nella Finanziaria 2012 ci sarà anche una sovvenzione per i poveri venditori ambulanti di ghiaccio schiacciati dal progresso dei frigoriferi? >_< ). Motivo? Viola il diritto di copyright.
Certo, come se una parodia di 4 minuti fosse un valido sostituto dell'opera intera (che è un film serissimo).
L'intelligenza di certe persone che spendono tempo e denaro per rimuovere pubblicità gratuita ai loro prodotti mi lascia sempre stupito.
A parte ciò, in Italia esiste un diritto alla parodia.
Basta una ricerchina su Google per "legge parodia" e guarda un po' cosa salta fuori.
- legge 22 Aprile 1943 n.633 (G.U. n.166 del 16 Luglio 1941), articolo 1, in particolare alla citazione “Sono protette ai sensi di questa legge le opere dell'ingegno di carattere creativo che appartengono […] alla cinematografia, qualunque ne sia il modo o la forma di espressione.”
- legge 22 Aprile 1943 n.633 (G.U. n.166 del 16 Luglio 1941), articolo 3, “Le opere collettive, costituite dalla riunione di opere o di parti di opere, che hanno carattere di creazione autonoma, come risultato della scelta e del coordinamento ad un determinato fine […] artistico, […] sono protette come opere originali, indipendentemente e senza pregiudizio dei diritti di autore sulle opere o sulle parti di opere di cui sono composte.” e in riferimento all’articolo 4, in particolare alla citazione “Senza pregiudizio dei diritti esistenti sull'opera originaria, sono altresì protette le elaborazioni di carattere creativo dell'opera stessa, quali […] le trasformazioni da una in altra forma […] artistica, le modificazioni ed aggiunte che costituiscono un rifacimento sostanziale dell'opera originaria, gli adattamenti, le riduzioni, i compendi, le variazioni non costituenti opera originale.”
- Direttiva 2001/29/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 22 maggio 2001 (GU n. L 167 del 22/06/2001), articolo 5 “Sono esentati dal diritto […] gli atti di riproduzione […] privi di rilievo economico proprio che sono […] parte integrante e essenziale di un procedimento tecnologico […]”, in particolare al paragrafo 3 lettera K “quando l’utilizzo avvenga a scopo di caricatura, parodia o pastiche.”
Tutto quanto sopra confermato anche dal
- Trib. Milano 29 gennaio 1996, in Foro it.,1996, I, 1426 e in Dir.Industriale, 1996, 479, n. MINA; Trib. Milano 15 novembre 1995 in Giur.It., 1996, I, 2, 749, “A questo proposito, cercando di analizzare giuridicamente questo caso, va premesso che la parodia, secondo la giurisprudenza, si risolve sempre in un'opera autonoma e distinta rispetto a quella di riferimento e non richiede il consenso da parte del titolare del diritto di utilizzazione economica. L'opera pertanto sarà imputabile solo al parodista e giammai, neanche in parte, all'autore dell'opera parodiata.”
Capito, Constantin Films? "Giammai".
E La Caduta me lo scarico, e "giammai" lo noleggerò.
1) Esiste una proposta di legge sul tassare le connessioni internet italiane (vedi qui). Come se, tra parentesi, non pagassimo già l'IVA sulle bollette telefoniche (com'è anche giusto che sia). Perché? Perché l'industria dei mezzi di comunicazione tradizionali soffre? E quindi che si fa? Si dirottano soldi dall'investimento in infrastrutture in aiuti ad industrie che il progresso vorrebbe meno vecchie di quelle che ci sono?
Dirottare soldi? Eh, sì, perché nel frattempo gli investimenti per la Banda Larga (che sarebbe un pochino d'aiuto per la nostra industria, magari) sono stati bloccati con questa scusa. Al prossimo che mi parla di Ponte Sullo Stretto risponderò MOLTO male.
Già, ricordiamo, esiste la tassa definita "equo compenso" (sic): ogni supporto di registrazione vergine che compri contiene una piccola tassa che va, nelle intenzioni del Legislatore, a compensare i mancati introiti dell'industria cinematografica che si presume esso andrà a creare. Una specie di "tassa sulla colpevolezza presunta dell'acquirente", non vedo come sia giustificabile logicamente in altro modo.
Nella Finanziaria 2012 ci sarà anche una sovvenzione per i poveri venditori ambulanti di ghiaccio schiacciati dal progresso dei frigoriferi? >_< ). Motivo? Viola il diritto di copyright.
Certo, come se una parodia di 4 minuti fosse un valido sostituto dell'opera intera (che è un film serissimo).
L'intelligenza di certe persone che spendono tempo e denaro per rimuovere pubblicità gratuita ai loro prodotti mi lascia sempre stupito.
A parte ciò, in Italia esiste un diritto alla parodia.
Basta una ricerchina su Google per "legge parodia" e guarda un po' cosa salta fuori.
- legge 22 Aprile 1943 n.633 (G.U. n.166 del 16 Luglio 1941), articolo 1, in particolare alla citazione “Sono protette ai sensi di questa legge le opere dell'ingegno di carattere creativo che appartengono […] alla cinematografia, qualunque ne sia il modo o la forma di espressione.”
- legge 22 Aprile 1943 n.633 (G.U. n.166 del 16 Luglio 1941), articolo 3, “Le opere collettive, costituite dalla riunione di opere o di parti di opere, che hanno carattere di creazione autonoma, come risultato della scelta e del coordinamento ad un determinato fine […] artistico, […] sono protette come opere originali, indipendentemente e senza pregiudizio dei diritti di autore sulle opere o sulle parti di opere di cui sono composte.” e in riferimento all’articolo 4, in particolare alla citazione “Senza pregiudizio dei diritti esistenti sull'opera originaria, sono altresì protette le elaborazioni di carattere creativo dell'opera stessa, quali […] le trasformazioni da una in altra forma […] artistica, le modificazioni ed aggiunte che costituiscono un rifacimento sostanziale dell'opera originaria, gli adattamenti, le riduzioni, i compendi, le variazioni non costituenti opera originale.”
- Direttiva 2001/29/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 22 maggio 2001 (GU n. L 167 del 22/06/2001), articolo 5 “Sono esentati dal diritto […] gli atti di riproduzione […] privi di rilievo economico proprio che sono […] parte integrante e essenziale di un procedimento tecnologico […]”, in particolare al paragrafo 3 lettera K “quando l’utilizzo avvenga a scopo di caricatura, parodia o pastiche.”
Tutto quanto sopra confermato anche dal
- Trib. Milano 29 gennaio 1996, in Foro it.,1996, I, 1426 e in Dir.Industriale, 1996, 479, n. MINA; Trib. Milano 15 novembre 1995 in Giur.It., 1996, I, 2, 749, “A questo proposito, cercando di analizzare giuridicamente questo caso, va premesso che la parodia, secondo la giurisprudenza, si risolve sempre in un'opera autonoma e distinta rispetto a quella di riferimento e non richiede il consenso da parte del titolare del diritto di utilizzazione economica. L'opera pertanto sarà imputabile solo al parodista e giammai, neanche in parte, all'autore dell'opera parodiata.”
Capito, Constantin Films? "Giammai".
E La Caduta me lo scarico, e "giammai" lo noleggerò.
Cos'è l'Arte?
Con questo post mi tolgo una spina dalla zampa, e mi creo un riferimento da linkare ogni volta che parte una discussione su "XYZ è Arte?", roba che in genere in Rete finisce con un cumulo di definizioni generiche e individuali buttate lì senza troppe spiegazioni.
Provo a dare una definizione di "arte".
Non siete obbligati a condividerla.
Siete invitati a commentarla, criticarla, metterla alla prova, ecc.
Un autore, per creare un pezzo d'arte, deve avere la consapevolezza di stare trasmettendo un messaggio, e questo è un presupposto forte della mia definizione.
In questo modo escludiamo ciò che è un oggetto funzionale ad uno scopo diverso dalla comunicazione ma anche ciò che comunica in modo univoco (si spera): un manuale d'istruzioni o un cacciavite non sono arte (normalmente... ci arrivo dopo).
Poi, c'è un qualcuno che "riceve" o comunque è "utente" finale del pezzo: un libro viene letto, un gioco giocato, un quadro osservato, un film visto, un fumetto letto, ecc.
Il valore artistico di un'opera si esprime nella sua capacità di comunicare più sfumature e livelli di significato all'utente finale. E anche questo è un presupposto forte.
Più livelli di significato si possono "spremere" da un'opera, da soli o con l'aiuto di qualcuno, più l'opera ha valore artistico.
In questo senso si può parlare di opere di valore artistico più o meno elevato.
Attenzione, è un discorso MOLTO diverso dalla boiata scritta nel libro che si vede all'inizio de L'Attimo Fuggente, che non tiene conto dell'azione attiva del ricevente l'opera ma di astrattissimi valori di "importanza del fine poetico"... Come se ci fosse una scala oggettiva di valori più o meno importanti in senso assoluto e misurabile oggettivamente, in modo indipendente dal pubblico (certo, come no).
In questo senso, l'umorismo è la forma d'arte più diretta che si può concepire: il ricevente completa la battuta o il ragionamento e coglie un secondo significato immediatamente... e questa scoperta lo fa ridere.
Una frase che sento spesso e che mi dà ai nervi è "ma io non capisco l'arte".
La domanda è mal posta. Se tu non capisci un pezzo d'arte, è perché non si realizza la comunicazione.
Ad esempio...
A me non dice molto. Non ho le conoscenze necessarie per "interpretare" il messaggio.
Ma se qualcuno mi spiegasse i vari passaggi e i riferimenti, non dubito che sarei in grado di capirlo.
Ed ecco spiegato anche perché un orinatoio pubblico non è arte, ma questo qua sotto sì.
La tecnica di realizzazione è importante per due motivi: primo, un autore che padroneggia la tecnica è in grado di trasmettere più livelli di significato con maggiore efficacia ed efficienza.
Pensate alla famosa poesia "Soldati" di Ungaretti:
Senza quegli "a capo", con una virgola in più, senza il titolo, se fosse di 10 righe invece di 4... sarebbe una cosa diversa e meno efficace. E Ungaretti lo sapeva.
Approfittiamone per sfatare il mito che gli artisti sono gente che, alla nascita o un giorno qualsiasi riceve un' illuminazione e PUFF, ecco il capolavoro, che è una bella boiata che c'insegna(va)no a scuola e che continua a fare i suoi danni.
Il secondo motivo è che la perfezione tecnica aggiunge anche un valore di "oooh" per il pubblico e di "questo lo so fare solo io" da parte dell'artista, che male non fa.
Un pezzo d'arte, quindi è un oggetto compiuto che si esprime in un medium per trasmettere una molteplicità di significati non necessariamente univoci che vengono ricevuti ed interpretati da un ricevente finale.
Se prendiamo per buona questa definizione, alla domanda "ma XYZ è arte?" si può rispondere che la domanda è mal posta: forse bisognerebbe chiedersi "quanta arte c'è in XYZ?" e andare a grattare sotto la superficie.
Scoprirete che anche se la musica è accettata come Arte e il videogioco no, ci sono molti, molti più livelli di significato nei titoli di testa di Metal Gear Solid 3 (basta saperli capire) che in T'Appartengo di Ambra.
Provo a dare una definizione di "arte".
Non siete obbligati a condividerla.
Siete invitati a commentarla, criticarla, metterla alla prova, ecc.
Un autore, per creare un pezzo d'arte, deve avere la consapevolezza di stare trasmettendo un messaggio, e questo è un presupposto forte della mia definizione.
In questo modo escludiamo ciò che è un oggetto funzionale ad uno scopo diverso dalla comunicazione ma anche ciò che comunica in modo univoco (si spera): un manuale d'istruzioni o un cacciavite non sono arte (normalmente... ci arrivo dopo).
Poi, c'è un qualcuno che "riceve" o comunque è "utente" finale del pezzo: un libro viene letto, un gioco giocato, un quadro osservato, un film visto, un fumetto letto, ecc.
Il valore artistico di un'opera si esprime nella sua capacità di comunicare più sfumature e livelli di significato all'utente finale. E anche questo è un presupposto forte.
Più livelli di significato si possono "spremere" da un'opera, da soli o con l'aiuto di qualcuno, più l'opera ha valore artistico.
In questo senso si può parlare di opere di valore artistico più o meno elevato.
Attenzione, è un discorso MOLTO diverso dalla boiata scritta nel libro che si vede all'inizio de L'Attimo Fuggente, che non tiene conto dell'azione attiva del ricevente l'opera ma di astrattissimi valori di "importanza del fine poetico"... Come se ci fosse una scala oggettiva di valori più o meno importanti in senso assoluto e misurabile oggettivamente, in modo indipendente dal pubblico (certo, come no).
In Italiano
In inglese, lingua originale.
In questo senso, l'umorismo è la forma d'arte più diretta che si può concepire: il ricevente completa la battuta o il ragionamento e coglie un secondo significato immediatamente... e questa scoperta lo fa ridere.
Una frase che sento spesso e che mi dà ai nervi è "ma io non capisco l'arte".
La domanda è mal posta. Se tu non capisci un pezzo d'arte, è perché non si realizza la comunicazione.
Ad esempio...
Opera di Alessandra Gagliano Candela,
esposta a Genova presso Galleria d’Arte Moderna
riprodotta a solo scopo esemplificativo.
esposta a Genova presso Galleria d’Arte Moderna
riprodotta a solo scopo esemplificativo.
A me non dice molto. Non ho le conoscenze necessarie per "interpretare" il messaggio.
Ma se qualcuno mi spiegasse i vari passaggi e i riferimenti, non dubito che sarei in grado di capirlo.
Ed ecco spiegato anche perché un orinatoio pubblico non è arte, ma questo qua sotto sì.
poi, mi fa un favore.
La tecnica di realizzazione è importante per due motivi: primo, un autore che padroneggia la tecnica è in grado di trasmettere più livelli di significato con maggiore efficacia ed efficienza.
Pensate alla famosa poesia "Soldati" di Ungaretti:
Si sta
come d'autunno
sugli alberi
le foglie.
come d'autunno
sugli alberi
le foglie.
Senza quegli "a capo", con una virgola in più, senza il titolo, se fosse di 10 righe invece di 4... sarebbe una cosa diversa e meno efficace. E Ungaretti lo sapeva.
Approfittiamone per sfatare il mito che gli artisti sono gente che, alla nascita o un giorno qualsiasi riceve un' illuminazione e PUFF, ecco il capolavoro, che è una bella boiata che c'insegna(va)no a scuola e che continua a fare i suoi danni.
Il secondo motivo è che la perfezione tecnica aggiunge anche un valore di "oooh" per il pubblico e di "questo lo so fare solo io" da parte dell'artista, che male non fa.
Un pezzo d'arte, quindi è un oggetto compiuto che si esprime in un medium per trasmettere una molteplicità di significati non necessariamente univoci che vengono ricevuti ed interpretati da un ricevente finale.
Se prendiamo per buona questa definizione, alla domanda "ma XYZ è arte?" si può rispondere che la domanda è mal posta: forse bisognerebbe chiedersi "quanta arte c'è in XYZ?" e andare a grattare sotto la superficie.
Scoprirete che anche se la musica è accettata come Arte e il videogioco no, ci sono molti, molti più livelli di significato nei titoli di testa di Metal Gear Solid 3 (basta saperli capire) che in T'Appartengo di Ambra.
No, tranquilli, niente video di Ambra
Thumos - Speciale 2 - Pagina 4
E con questo si conclude anche questa "mini" di Thumos.
Thumos ritornerà prossimamente con il secondo capitolo. ^__^
Vi segnalo anche un'interessante nota al mio post precedente, quello sui colpi bassi di Telecom, tra i commenti.
A risentirci nei prossimi giorni.
Hai Telecom? Cambia gestore.
Perché lasciare Telecom?
Per evitare guai tipo questo: addebiti farlocchi a numeri mai chiamati e cose del genere che vi possono tormentare per anni.
Se sei ancora in tempo, fuggi!
La moralità media di Telecom è risaputa: fatture false a fini di frode fiscale, il mantenimento di superdirigenti con stipendi da favola (tutta eredità "politica" della SIP [AGGIORNAMENTO: vedi note nei commenti!]), scandali di natura politica, e praticamente tutte le associazioni di consumatori hanno una pagina dedicata a Telecom.
La ricerca Google per "associazione consumatori telecom problemi bollette" dà circa 55.700 risultati. Circa 4-6 volte tanto il numero di risultati rispetto agli altri operatori. Sarà questione solo di quote di mercato? Mah.
Riporto qui sotto, in accordo e con l'autorizzazione del Sig. Carlo Soriani e di Manuela Soriani, una cronologia dei fatti. Lo stile di scrittura sarà un po' formale e un po' informale, sto modificando un copia-incolla delle informazioni che passerò alla mia avvocato/essa (fate voi) perché mandi l'ennesima (per lei) lettera a Telecom per addebiti "fantasiosi".
Gran parte delle operazioni sottoindicate sono state materialmente eseguite da me in nome e per conto degli intestatari della linea, quindi so bene di cosa parlo e di quanti giramenti di balle
Telecom Italia addebita al Sig. Carlo Soriani una bolletta (rif. bolletta 5/07, fattura RE06550161 del 10/9/2007, relativa al periodo 1/7/2007 – 31/8/2007) per un totale di 198,50€. La bolletta e tutto quanto segue è relativo al numero telefonico 0425/82505, ora chiuso.
Il sig. Carlo riceve la bolletta/fattura tramite posta il giorno 8/10/2007 e procede lo stesso giorno a presentare reclamo telefonico al numero 187 e a richiedere il blocco dei numeri telefonici a sovrapprezzo.
Riguardo al blocco delle numerazioni, il sig. Carlo riceve in tempi brevi una lettera con indicazione del PIN per attivare il blocco. La procedura telefonica è oltremodo lenta e macchinosa, ma viene portata a termine in circa un 40 minuti: è necessario riascoltare lunghi messaggi preregistrati per ogni singolo tipo di numerazione che si vuole bloccare, non esistendo (allora, oggi non so, ho un altro operatore che li blocca di default!) un'opzione per bloccarli o sbloccarli tutti insieme.
Il Sig. Carlo, intestatario del numero, paga tramite bollettino postale 75,40€ relativamente alla parte non contestata della bolletta, e contesta i restanti 123,10€, relativi a numero 8 (sic) chiamate per un totale di 3 minuti e 26 secondi (sic).
Viene esclusa immediatamente la possibilità che le chiamate siano state effettuate da un computer infetto da programmi malevoli: il solo computer della casa era connesso tramite linea ADSL senza possibilità, quindi, di comporre numeri telefonici.
E, aggiungerei, adeguatamente protetto pur essendo una macchina con Windows XP. Ora, tra Linux io e Mac OSX Manuela, più un'adeguata gestione dei cookies del browser, il problema virus, spyware, dialer e compagnia fetida non esiste.
Viene data comunicazione via fax a Telecom Italia dell'avvenuto pagamento tramite fax, spedito il giorno 9/10/2007, ore 10:27. Contestualmente, veniva richiesta documentazione relativa alle suddette chiamate contestate, richiesta disattesa da Telecom.
Vorrei farvi notare il rovesciamento del diritto alla privacy: non è possibile, per un titolare di una bolletta, avere un riassuntivo in chiaro di quali chiamate lui stesso e le persone a cui mette a disposizione la linea ha effettuato.
Il mio vaghissimo sospetto è che Telecom, ricevendo percentuali da questi addebiti a numeri a sovrapprezzo, abbia interesse a non far arrivare pioggie di denunce alle società (anche se all'estero) che gestiscono questi "servizi".
Gli altri operatori, invece, hanno interesse a bloccarli, non ricevendone un centesimo.
Il sig. Carlo riceve, verso la fine del 2007, altre comunicazioni telefoniche per il sollecito del pagamento prima, e per l'accoglimento del reclamo a gennaio 2008. Di questo accoglimento del reclamo Telecom non ha mai prodotto documentazione cartacea (ma dai?).
Nei primi mesi del 2008 viene effettuato un trasloco di linea e anche un cambio di intestazione: da Soriani Carlo, via Galberte, Castelmassa a Soriani Manuela, via Don Minzoni, Castelmassa.
Nel corso delle pratiche, andate a buon fine, viene confermato che non risultano pendenze. Un'operatrice di Telecom Italia dichiara che “non sarebbe stato possibile fare il trasloco di linea [se fossero risultate pendenze]”.
Urrà!
Il blocco dei numeri a pagamento dev'essere comunque rifatto perché col trasloco si riattivano “di default”, tramite la tediosa procedura di cui sopra.
Verso la fine del 2009, dovendo io e Manuela traslocare di nuovo, si richiede la chiusura della linea e la fattura finale.
La linea viene chiusa nei tempi dichiarati, ma riceviamo lettera di sollecito di pagamento con intestazione “Mestre, 14/01/10 Prot. N. 44493 Oggetto: Sollecito pagamento fattura a seguito disdetta contratto” in cui si intima di “procedere al pagamento entro 10 giorni dalla data della presente” e si avvisa che “perdurando la morosità, saremo costretti ad adire le vie stragiudiziali e/o giudiziali”.
Il fatto che il numero telefonico sia chiuso e, quindi, “inesistente” ci ha causato gravi difficoltà nel tentare di raggiungere il Servizio Clienti di Telecom Italia, che richiede l'immissione di un numero di telefono attivo di Telecom per poter accedere come clienti: il servizio per i non-clienti (quali sono gli ex-titolari) non ha la possibilità di connettere l'ex-utente col servizio clienti.
Ci è stato suggerito da un'operatrice di immettere un numero telefonico Telecom anche diverso per poter accedere e spiegare la situazione, ma ci risulta difficile visto che tutti i nostri familiari e amici hanno precedentemente abbandonato Telecom come gestore (non è da escludere una correlazione causa-effetto con queste vicende ^_- ).
Non senza qualche resistenza da parte del Servizio Clienti, riusciamo ad aprire un nuovo reclamo il 2/2/2010, reclamo numero 3-9786391806. Ad oggi, nessuna comunicazione.
Riceviamo poi una lettera da Intrum Justitia S.p.A., da Milano, data 01/02/2010 per recupero del credito, N. pratica 4584890, riferimento cliente 750098783/2010. La fattura qui viene indicata come relativa alla data del 15/10/2007, ma il numero di fattura corrisponde.
Rispondiamo con fax il giorno 9/2/2010, ore 15:05 al numero di Intrum Justitia S.p.A., ribadendo di aver ricevuto comunicazione di accoglimento reclamo e di non aver ricevuto ulteriori solleciti eccetto questi ultimi. Lascio, contestualmente, i miei dati per ulteriori comunicazioni.
Vengo contattato pochi giorni dopo da una responsabile di Telecom Italia (da numero privato, sia mai che si riesca ad avere un riferimento) che mi comunica che non solo il reclamo non era, secondo Telecom, mai stato accolto, e di averne dato comunicazione per iscritto al sig. Carlo a suo tempo (inizio 2008, quindi). Richiediamo copia della documentazione del declino del reclamo, anche questa richiesta è disattesa da Telecom, ad oggi.
Resta da chiedersi: quanti pensionati hanno pagato senza accorgersene? E quante famiglie e piccole aziende pagano per evitare le minacce di distacco della linea e questa tortura infinita di reclami che si trascinano per anni?
Per evitare guai tipo questo: addebiti farlocchi a numeri mai chiamati e cose del genere che vi possono tormentare per anni.
Se sei ancora in tempo, fuggi!
La moralità media di Telecom è risaputa: fatture false a fini di frode fiscale, il mantenimento di superdirigenti con stipendi da favola (tutta eredità "politica" della SIP [AGGIORNAMENTO: vedi note nei commenti!]), scandali di natura politica, e praticamente tutte le associazioni di consumatori hanno una pagina dedicata a Telecom.
La ricerca Google per "associazione consumatori telecom problemi bollette" dà circa 55.700 risultati. Circa 4-6 volte tanto il numero di risultati rispetto agli altri operatori. Sarà questione solo di quote di mercato? Mah.
Riporto qui sotto, in accordo e con l'autorizzazione del Sig. Carlo Soriani e di Manuela Soriani, una cronologia dei fatti. Lo stile di scrittura sarà un po' formale e un po' informale, sto modificando un copia-incolla delle informazioni che passerò alla mia avvocato/essa (fate voi) perché mandi l'ennesima (per lei) lettera a Telecom per addebiti "fantasiosi".
Gran parte delle operazioni sottoindicate sono state materialmente eseguite da me in nome e per conto degli intestatari della linea, quindi so bene di cosa parlo e di quanti giramenti di balle
Telecom Italia addebita al Sig. Carlo Soriani una bolletta (rif. bolletta 5/07, fattura RE06550161 del 10/9/2007, relativa al periodo 1/7/2007 – 31/8/2007) per un totale di 198,50€. La bolletta e tutto quanto segue è relativo al numero telefonico 0425/82505, ora chiuso.
Il sig. Carlo riceve la bolletta/fattura tramite posta il giorno 8/10/2007 e procede lo stesso giorno a presentare reclamo telefonico al numero 187 e a richiedere il blocco dei numeri telefonici a sovrapprezzo.
Riguardo al blocco delle numerazioni, il sig. Carlo riceve in tempi brevi una lettera con indicazione del PIN per attivare il blocco. La procedura telefonica è oltremodo lenta e macchinosa, ma viene portata a termine in circa un 40 minuti: è necessario riascoltare lunghi messaggi preregistrati per ogni singolo tipo di numerazione che si vuole bloccare, non esistendo (allora, oggi non so, ho un altro operatore che li blocca di default!) un'opzione per bloccarli o sbloccarli tutti insieme.
Il Sig. Carlo, intestatario del numero, paga tramite bollettino postale 75,40€ relativamente alla parte non contestata della bolletta, e contesta i restanti 123,10€, relativi a numero 8 (sic) chiamate per un totale di 3 minuti e 26 secondi (sic).
Viene esclusa immediatamente la possibilità che le chiamate siano state effettuate da un computer infetto da programmi malevoli: il solo computer della casa era connesso tramite linea ADSL senza possibilità, quindi, di comporre numeri telefonici.
E, aggiungerei, adeguatamente protetto pur essendo una macchina con Windows XP. Ora, tra Linux io e Mac OSX Manuela, più un'adeguata gestione dei cookies del browser, il problema virus, spyware, dialer e compagnia fetida non esiste.
Viene data comunicazione via fax a Telecom Italia dell'avvenuto pagamento tramite fax, spedito il giorno 9/10/2007, ore 10:27. Contestualmente, veniva richiesta documentazione relativa alle suddette chiamate contestate, richiesta disattesa da Telecom.
Vorrei farvi notare il rovesciamento del diritto alla privacy: non è possibile, per un titolare di una bolletta, avere un riassuntivo in chiaro di quali chiamate lui stesso e le persone a cui mette a disposizione la linea ha effettuato.
Il mio vaghissimo sospetto è che Telecom, ricevendo percentuali da questi addebiti a numeri a sovrapprezzo, abbia interesse a non far arrivare pioggie di denunce alle società (anche se all'estero) che gestiscono questi "servizi".
Gli altri operatori, invece, hanno interesse a bloccarli, non ricevendone un centesimo.
Il sig. Carlo riceve, verso la fine del 2007, altre comunicazioni telefoniche per il sollecito del pagamento prima, e per l'accoglimento del reclamo a gennaio 2008. Di questo accoglimento del reclamo Telecom non ha mai prodotto documentazione cartacea (ma dai?).
Nei primi mesi del 2008 viene effettuato un trasloco di linea e anche un cambio di intestazione: da Soriani Carlo, via Galberte, Castelmassa a Soriani Manuela, via Don Minzoni, Castelmassa.
Nel corso delle pratiche, andate a buon fine, viene confermato che non risultano pendenze. Un'operatrice di Telecom Italia dichiara che “non sarebbe stato possibile fare il trasloco di linea [se fossero risultate pendenze]”.
Urrà!
Il blocco dei numeri a pagamento dev'essere comunque rifatto perché col trasloco si riattivano “di default”, tramite la tediosa procedura di cui sopra.
Verso la fine del 2009, dovendo io e Manuela traslocare di nuovo, si richiede la chiusura della linea e la fattura finale.
La linea viene chiusa nei tempi dichiarati, ma riceviamo lettera di sollecito di pagamento con intestazione “Mestre, 14/01/10 Prot. N. 44493 Oggetto: Sollecito pagamento fattura a seguito disdetta contratto” in cui si intima di “procedere al pagamento entro 10 giorni dalla data della presente” e si avvisa che “perdurando la morosità, saremo costretti ad adire le vie stragiudiziali e/o giudiziali”.
Il fatto che il numero telefonico sia chiuso e, quindi, “inesistente” ci ha causato gravi difficoltà nel tentare di raggiungere il Servizio Clienti di Telecom Italia, che richiede l'immissione di un numero di telefono attivo di Telecom per poter accedere come clienti: il servizio per i non-clienti (quali sono gli ex-titolari) non ha la possibilità di connettere l'ex-utente col servizio clienti.
Ci è stato suggerito da un'operatrice di immettere un numero telefonico Telecom anche diverso per poter accedere e spiegare la situazione, ma ci risulta difficile visto che tutti i nostri familiari e amici hanno precedentemente abbandonato Telecom come gestore (non è da escludere una correlazione causa-effetto con queste vicende ^_- ).
Non senza qualche resistenza da parte del Servizio Clienti, riusciamo ad aprire un nuovo reclamo il 2/2/2010, reclamo numero 3-9786391806. Ad oggi, nessuna comunicazione.
Riceviamo poi una lettera da Intrum Justitia S.p.A., da Milano, data 01/02/2010 per recupero del credito, N. pratica 4584890, riferimento cliente 750098783/2010. La fattura qui viene indicata come relativa alla data del 15/10/2007, ma il numero di fattura corrisponde.
Rispondiamo con fax il giorno 9/2/2010, ore 15:05 al numero di Intrum Justitia S.p.A., ribadendo di aver ricevuto comunicazione di accoglimento reclamo e di non aver ricevuto ulteriori solleciti eccetto questi ultimi. Lascio, contestualmente, i miei dati per ulteriori comunicazioni.
Vengo contattato pochi giorni dopo da una responsabile di Telecom Italia (da numero privato, sia mai che si riesca ad avere un riferimento) che mi comunica che non solo il reclamo non era, secondo Telecom, mai stato accolto, e di averne dato comunicazione per iscritto al sig. Carlo a suo tempo (inizio 2008, quindi). Richiediamo copia della documentazione del declino del reclamo, anche questa richiesta è disattesa da Telecom, ad oggi.
Resta da chiedersi: quanti pensionati hanno pagato senza accorgersene? E quante famiglie e piccole aziende pagano per evitare le minacce di distacco della linea e questa tortura infinita di reclami che si trascinano per anni?
Thumos - Speciale 2 - Pagina 3
Google e il terremoto: c'è chi è furbo e chi no.
Giudicate voi.
Articolo de La Stampa:
...che contiene una perla tipo "con Google Street View si vedono camminare decine di persone per le strade della città abruzzese. Alcune di queste che ancora oggi si possono vedere sorridere forse nella realtà sono morte" (tecnica numero 2, ricordate?).
Oppure, articolo de Il Sole 24 Ore:
Qual è la notizia utile e quale quella dannosa?
P.S.: Noto solo ora che ho finito di confezionare il post che Il Disinformatico mi ha battuto sul tempo (e grazie, lui lo fa per lavoro... :P ). Vedi qui per un approfondimento: http://attivissimo.blogspot.com/2010/04/repubblica-la-stampa-orrore-danni.html
Articolo de La Stampa:
...che contiene una perla tipo "con Google Street View si vedono camminare decine di persone per le strade della città abruzzese. Alcune di queste che ancora oggi si possono vedere sorridere forse nella realtà sono morte" (tecnica numero 2, ricordate?).
Oppure, articolo de Il Sole 24 Ore:
Qual è la notizia utile e quale quella dannosa?
P.S.: Noto solo ora che ho finito di confezionare il post che Il Disinformatico mi ha battuto sul tempo (e grazie, lui lo fa per lavoro... :P ). Vedi qui per un approfondimento: http://attivissimo.blogspot.com/2010/04/repubblica-la-stampa-orrore-danni.html
Buona Pasqua & Pasquetta. Thumos torna lunedì 12
La settimana scorsa ho parlato (scritto) senza avere il calendario sottomano, e ho dimenticato che per Pasqua & Pasquetta sarei stato lontano da casa. -_-
Oggi niente Thumos, quindi: ritorna lunedì prossimo.
Intanto, buon lunedì festivo a tutti. ^_^
Oggi niente Thumos, quindi: ritorna lunedì prossimo.
Intanto, buon lunedì festivo a tutti. ^_^
Tecniche di difesa mentale - parte 2
La parte 1 la trovate QUI.
Oggi prendo spunto da un articolo che mi hanno segnalato nel regolamento di un forum come esempio di cose che non sarebbero state tollerate, in quanto subdoli trucchi mentali per indurre in trappola il proprio interlocutore.
Premetto che la prima tecnica di difesa è capire CHI ti sta dicendo COSA.
Se avete chiara l'idea che l'interlocutore non ha la benché minima voglia di essere chiaro e costruttivo, levate le tende perché non c'è rimedio: non vi darà MAI ragione neanche di fronte a fatti inequivocabili, e da lui non otterrete NULLA.
L'uso di queste tecniche è indice di scarso fair-play verbale, l'equivalente scritto di un'entrata a gamba tesa sulle rotule dell'avversario.
È bene conoscerle, ed è bene NON usarle, esattamente come non usereste un coltello contro una persona ma per pelare una mela.
1) Ad Hominem. Screditare l'avversario, non il suo argomento.
2) Aringa Rossa. Depistare la discussione tirando fuori argomenti "che scottano" per far scattare una reazione "di pancia". Es.: "Se questa legge passa, chi penserà alla salute dei bambini?"
3) Avvelenare il pozzo. Mandare in vacca la discussione ormai persa "perché non è un argomento importante" o "ci sono cose più urgenti".
4) Tu Quoque. Far notare i difetti di altre persone o dire "lo fanno tutti" per giustificare le proprie mancanze.
5) Il Quarto Termine. Impostare un falso sillogismo tipo "se A = B e B = C, allora A = D" e sperare che nessuno se ne accorga. Es.: "se la legge che propongono i nostri avversari richiede un finanziamento, e il finanziamento è di 1.000.000 di Euro, allora la legge è sbagliata".
6) Non Sequitur. Simile al precedente. Buttare lì una motivazione che sembra avere una correlazione logica, ma non ce l'ha. Es.: "la legge è sbagliata perché richiede dei fondi" (il fatto di richiedere dei fondi, senza altre specificazioni, non implica che la richiesta sia irragionevole).
7) Post Hoc Ergo Propter Hoc. Ovvero: usare un effetto per "dimostrare" una causa. Es.: "non mi ha telefonato oggi, deve avere la coscienza sporca" (e magari ha perso il cellulare).
8) Ribaltare Causa E Conseguenza. Ha due varianti.
8a) "Se A allora B" diventa "Se non A allora non B". Esempio: "Se fai la spesa a prezzo pieno, resterai povero; da noi ci sono gli sconti, quindi resterai ricco" (contiene anche un po' della tecnica 2, lo ammetto).
8b) "Se A allora B" diventa "Se B allora A". Esempio: "se dici stupidaggini, mi arrabbio. Mi arrabbio, quindi tu dici stupidaggini".
9) Mele e Arance. Confrontare due cose diverse per natura. Es.: "i videogiochi sono brutti, molto meglio i libri".
10) Falsa Dicotomia. Offrire all'interlocutore una scelta fallata in partenza. Es.: "chi non è d'accordo con me è un traditore". Anche questa è facile da combinare con la tecnica 2.
11) Generalizzare su un esempio singolo. Es.: "a mio cugino quella medicina ha fatto bene/male, dovresti/non dovresti provarla".
12) Logica circolare. Es.: "Ti puoi fidare di lui, io non faccio affari con dei truffatori, e con lui io faccio affari da anni". Questo non dimostra niente, si è solo ripetuto la stessa cosa in due modi diversi.
13) Invocare l'Autorità da Quattro Soldi. Es.: "è vero, sta scritto in un libro" o, anche peggio, "ma sì, l'ho sentito in TV ieri!" (solito discorso: mai fidarsi di chi non cita le fonti)
14) Paragoni Iperbolici. Es.: "hai finito di farmi sentire sotto interrogatorio?" Facilmente combinabile con la 2 e/o con la 1, al punto che la Legge di Godwin ne proibisce, scherzosamente, un determinato esempio.
15) Giù Per Il Pendìo. Invocare oscuri futuri se si concede all'avversario qualcosa oggi. Es.: "Di questo passo, dove andremo a finire?" Ammetto che "di pancia" l'ho usata anch'io un paio di volte, quand'ero a corto di tempo per argomentare.
16) Appello alla Paura. Se t'incastrano, minaccia di trascinare tutti giù con te oppure avvisa tutti che potrebbe succedere anche a loro (e intanto, nega l'evidenza che sì, sei stato smentito, è sempre colpa "loro"). Es.: "oggi mi arrestano perché faccio i graffiti, domani verranno a prendere te!"
17) Appello alle Forze della Giustizia. Dichiarati oppresso, è tutto un complotto, vogliono metterti a tacere perché gli sei scomodo. Ovviamente, come nella tecnica 16, guardati bene dal dire chi e perché.
18) Saltare sul Carrozzone. Simile alla 13, ma l'Autorità in questione è tutto il mondo, o almeno il tuo contesto sociale. La mamma vi ha messo in guardia da questa tecnica quando avevate 10 anni o anche meno col classico "e se uno ti dice di buttarti in Po, tu ci vai?" Tanto per far capire che "non vorrai essere l'unico che non lo fa?" è una tecnica che fa leva in modo subdolo sul senso d'appartenenza.
19) Appello all'Ignoranza. Anche se la tua idea è campata in aria, non si può trovare facilmente una prova contraria per smentirti.
20) Maratona. In mancanza di meglio, basta resistere più a lungo degli avversari, ripetendo le stesse cose. In conversazioni private o per iscritto, vincerai "per abbandono" (e verrai considerato, a ragione, un rompiballe incapace di dialogare), in pubblico... Beh, è il princìpio fondante della pubblicità: qualsiasi fesseria sembra ragionevole se detta con convinzione abbastanza volte.
Ovviamente le tecniche si possono combinare a piacere.
Tutto il perverso meccanismo di maghi, oroscopi, false medicine, ecc., ad esempio, sta in piedi grazie ad una combinazione di 5, 6, 7, 8, 11, 12, 13, naturalmente anche 17 (perché sono gli scienziati cattivi che ce l'hanno con loro, non loro che vendono patacche), 18 (ma dai, lo dicono tutti, dev'essere vero per forza!) e 19 (devi essere TU a dimostrare, e in pochi secondi, che sono puttanate. Se non ci riesci, dev'essere vero)!
L'articolo originale che elenca queste tecniche è qui:
http://veejane.livejournal.com/273317.html
Oggi prendo spunto da un articolo che mi hanno segnalato nel regolamento di un forum come esempio di cose che non sarebbero state tollerate, in quanto subdoli trucchi mentali per indurre in trappola il proprio interlocutore.
Premetto che la prima tecnica di difesa è capire CHI ti sta dicendo COSA.
Se avete chiara l'idea che l'interlocutore non ha la benché minima voglia di essere chiaro e costruttivo, levate le tende perché non c'è rimedio: non vi darà MAI ragione neanche di fronte a fatti inequivocabili, e da lui non otterrete NULLA.
L'uso di queste tecniche è indice di scarso fair-play verbale, l'equivalente scritto di un'entrata a gamba tesa sulle rotule dell'avversario.
È bene conoscerle, ed è bene NON usarle, esattamente come non usereste un coltello contro una persona ma per pelare una mela.
Primo gruppo: tattiche di distrazione.
1) Ad Hominem. Screditare l'avversario, non il suo argomento.
2) Aringa Rossa. Depistare la discussione tirando fuori argomenti "che scottano" per far scattare una reazione "di pancia". Es.: "Se questa legge passa, chi penserà alla salute dei bambini?"
3) Avvelenare il pozzo. Mandare in vacca la discussione ormai persa "perché non è un argomento importante" o "ci sono cose più urgenti".
4) Tu Quoque. Far notare i difetti di altre persone o dire "lo fanno tutti" per giustificare le proprie mancanze.
Secondo gruppo: logica fallace vera e propria.
5) Il Quarto Termine. Impostare un falso sillogismo tipo "se A = B e B = C, allora A = D" e sperare che nessuno se ne accorga. Es.: "se la legge che propongono i nostri avversari richiede un finanziamento, e il finanziamento è di 1.000.000 di Euro, allora la legge è sbagliata".
6) Non Sequitur. Simile al precedente. Buttare lì una motivazione che sembra avere una correlazione logica, ma non ce l'ha. Es.: "la legge è sbagliata perché richiede dei fondi" (il fatto di richiedere dei fondi, senza altre specificazioni, non implica che la richiesta sia irragionevole).
7) Post Hoc Ergo Propter Hoc. Ovvero: usare un effetto per "dimostrare" una causa. Es.: "non mi ha telefonato oggi, deve avere la coscienza sporca" (e magari ha perso il cellulare).
8) Ribaltare Causa E Conseguenza. Ha due varianti.
8a) "Se A allora B" diventa "Se non A allora non B". Esempio: "Se fai la spesa a prezzo pieno, resterai povero; da noi ci sono gli sconti, quindi resterai ricco" (contiene anche un po' della tecnica 2, lo ammetto).
8b) "Se A allora B" diventa "Se B allora A". Esempio: "se dici stupidaggini, mi arrabbio. Mi arrabbio, quindi tu dici stupidaggini".
9) Mele e Arance. Confrontare due cose diverse per natura. Es.: "i videogiochi sono brutti, molto meglio i libri".
10) Falsa Dicotomia. Offrire all'interlocutore una scelta fallata in partenza. Es.: "chi non è d'accordo con me è un traditore". Anche questa è facile da combinare con la tecnica 2.
Terzo gruppo: tecniche di retorica da quattro soldi
11) Generalizzare su un esempio singolo. Es.: "a mio cugino quella medicina ha fatto bene/male, dovresti/non dovresti provarla".
12) Logica circolare. Es.: "Ti puoi fidare di lui, io non faccio affari con dei truffatori, e con lui io faccio affari da anni". Questo non dimostra niente, si è solo ripetuto la stessa cosa in due modi diversi.
13) Invocare l'Autorità da Quattro Soldi. Es.: "è vero, sta scritto in un libro" o, anche peggio, "ma sì, l'ho sentito in TV ieri!" (solito discorso: mai fidarsi di chi non cita le fonti)
14) Paragoni Iperbolici. Es.: "hai finito di farmi sentire sotto interrogatorio?" Facilmente combinabile con la 2 e/o con la 1, al punto che la Legge di Godwin ne proibisce, scherzosamente, un determinato esempio.
15) Giù Per Il Pendìo. Invocare oscuri futuri se si concede all'avversario qualcosa oggi. Es.: "Di questo passo, dove andremo a finire?" Ammetto che "di pancia" l'ho usata anch'io un paio di volte, quand'ero a corto di tempo per argomentare.
Quarto gruppo: tecniche di demagogia
16) Appello alla Paura. Se t'incastrano, minaccia di trascinare tutti giù con te oppure avvisa tutti che potrebbe succedere anche a loro (e intanto, nega l'evidenza che sì, sei stato smentito, è sempre colpa "loro"). Es.: "oggi mi arrestano perché faccio i graffiti, domani verranno a prendere te!"
17) Appello alle Forze della Giustizia. Dichiarati oppresso, è tutto un complotto, vogliono metterti a tacere perché gli sei scomodo. Ovviamente, come nella tecnica 16, guardati bene dal dire chi e perché.
18) Saltare sul Carrozzone. Simile alla 13, ma l'Autorità in questione è tutto il mondo, o almeno il tuo contesto sociale. La mamma vi ha messo in guardia da questa tecnica quando avevate 10 anni o anche meno col classico "e se uno ti dice di buttarti in Po, tu ci vai?" Tanto per far capire che "non vorrai essere l'unico che non lo fa?" è una tecnica che fa leva in modo subdolo sul senso d'appartenenza.
19) Appello all'Ignoranza. Anche se la tua idea è campata in aria, non si può trovare facilmente una prova contraria per smentirti.
20) Maratona. In mancanza di meglio, basta resistere più a lungo degli avversari, ripetendo le stesse cose. In conversazioni private o per iscritto, vincerai "per abbandono" (e verrai considerato, a ragione, un rompiballe incapace di dialogare), in pubblico... Beh, è il princìpio fondante della pubblicità: qualsiasi fesseria sembra ragionevole se detta con convinzione abbastanza volte.
Ovviamente le tecniche si possono combinare a piacere.
Tutto il perverso meccanismo di maghi, oroscopi, false medicine, ecc., ad esempio, sta in piedi grazie ad una combinazione di 5, 6, 7, 8, 11, 12, 13, naturalmente anche 17 (perché sono gli scienziati cattivi che ce l'hanno con loro, non loro che vendono patacche), 18 (ma dai, lo dicono tutti, dev'essere vero per forza!) e 19 (devi essere TU a dimostrare, e in pochi secondi, che sono puttanate. Se non ci riesci, dev'essere vero)!
L'articolo originale che elenca queste tecniche è qui:
http://veejane.livejournal.com/273317.html
Iscriviti a:
Post (Atom)