DiegozilLab: il mio racconto-esercizio

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Come forse sapete, seguo il corso online di scrittura creativa tenuto Gratis Et Amore Dei da Diego Cajelli, il "DiegozilLab".

Il compito consisteva nello scrivere un racconto autoconclusivo, massimo 2000 battute, su una persona (o personaggio da questi interpretato) assegnato ad inizio corso.

A me è capitato Ozzy Osbourne.

Prima reazione: e che m'invento su di lui?
Seconda reazione: calma, Matt, fa' quello che sai fare meglio, documentati.

Così, procurata la biografia ufficiale di Ozzy, ecco il risultato.
È molto diverso dalle mie solite cose, il che, per un esercizio, immagino sia un bene.
È ispirato ad una storia vera, molto vera, tristemente vera, un pochino romanzata dal sottoscritto.

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Al quinto lavoro perso in tre anni (l'ennesima rissa, al macello dei maiali), decisi che lavorare non faceva per me: diventai “John il ladro”.

Tre mesi di prigione, meno di diciotto anni e non certo il fisico per le risse: i capelli lunghi e il tatuaggio sulle nocche fatto da me, lì, non valevano un cazzo.

Tutto puzzava di odori umani e tutto grondava odio. Chi riceveva più odio e pugni, tra tutti, era Bradley.

Bradley aveva sulla cella un cartello: “REGOLA 43”, in pratica voleva dire “rendete la sua vita una merda”. Era entrato dopo di me, condannato per aver violentato diciassette bambini, incluso suo figlio.

Io sfruttavo la mia dote migliore: ero bravo a fare il coglione, e mi feci un po' di amici “importanti”: io li facevo ridere, e loro impedivano che mi rompessero ossa.

Mi misero a distribuire il rancio, Bradley compreso: mi dicevano di dargli poco o nulla, e così facevo.

Lui guardava, col naso rotto, il giorno prima, da uno con un serpente tatuato in faccia.

C'ero, e avevo provato pietà: il rumore secco del suo naso che spariva nella faccia, e le sue urla, come i maiali del macello.

Bradley sembrava un animale piegato, come quelli del circo, che a forza di bastonate perdono ogni voglia di vivere: non usciva più dalla cella, era un problema.

Ordinarono a me e a un altro di lavarlo. Lo trascinammo fuori, lontano dal secchio per gli escrementi che, ribaltato, lordava lui e il pavimento.

Mentre gli passavamo le scope addosso, lui tremava, col muso pesto e scuro, e forse piangeva.

Ebbi un altro moto di pietà per lui, ma poi mi guardò.

Fu solo un attimo, ma capii che non era piegato per niente. Era solo umiliato, ma l'odio era dentro di lui, pronto ad esplodere.

Realizzai che potevo scegliere. Fare qualcosa di decente, o tornare a dividere la mia vita con gente come lui.

Uscii in 6 settimane, “buona condotta”.

Attaccai in giro un annuncio. “OZZY ZIG NEEDS GIG ”, “Ozzy Zig cerca ingaggio”.

Il resto forse lo sai: ero bravo a fare il coglione, mi sono fatto degli amici.


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4 commenti:

Mia ha detto...

Mi piace. E' un testo molto pieno, nonostante le 2000 (odiosissime :-) battute).

Non so, me lo sono proprio immaginato come inizio muto, fatto solo di immagini, Bello.

Mia

Luca Bonisoli ha detto...

L'ho letto tante volte, ma mi piace sempre!
Bravo Mattia! ^__^

il.giack ha detto...

Concordo con Mia, a leggerlo mi è sembrato più lungo delle 2000 battute.
Non sono scrittore, ma lo stile mi è sembrato originale e portato avanti in modo coerente.
Vedo un fumetto di lungo respiro, con tutte le 'scene' che hai rappresentato.
Veramente un bel lavoro.

Ciao

il giack - diegolab 64

ilgiack.blogspot.com

marco ha detto...

bello molto bello