Chiunque abbia tra 25 e 35 anni oggi li conosce.
Chiunque.
Ovviamente qui parlo della serie "classica" animata: Guerra Galattica, Cavalieri Neri, Corsa Alle 12 Case, Asgard, Nettuno. Tutto il resto (fumetto, saga di Ade, lungometraggi animati, videogiochi, merchandising vario...) ve lo lascio esplorare da soli.
Vi segnalo solo questa parodia, del bravissimo e modestissimo Stefano Conte, nella speranza che la riprenda anche se è impegnato con un'altra serie di vignette.
La storia, presa nuda e cruda, è abbastanza un pretesto per mettere in moto una bella serie di scontri e, soprattutto, di drammi personali e tamarrate galattiche (letteralmente): un gruppo di orfani viene mandato in giro per il mondo a fare allenamenti disumani e sovrumani (secondo un'idea molto giapponese che abbiamo già visto, uno per tutti, ne L'Uomo Tigre), al fine di conquistare armature legate tematicamente alle costellazioni.
Una volta tornati, s'indice un torneo tra questi 10 ragazzini traumatizzati per assegnare un'armatura d'oro, ovviamente molto più potente.
Lo so l'immagine è piccola e di pessima qualità, ma
non ce ne sono molte con tutti e 10 i Cavalieri di Bronzo,
visto che i 5 protagonisti emergono praticamente da subito.
Peccato solo per Aspides di Idra, mi era simpatico.
non ce ne sono molte con tutti e 10 i Cavalieri di Bronzo,
visto che i 5 protagonisti emergono praticamente da subito.
Peccato solo per Aspides di Idra, mi era simpatico.
Successivamente, la faccenda si complica: l'armatura d'oro è rubata, si scopre che le gerarchie di cavalieri sono diverse (bronzo, argento, oro) e si rivela il perché del torneo: la dea Atena, reincarnatasi in una maggiorata un po' s*****a dai capelli viola, ha bisogno dei suoi cavalieri per mantenere la pace sulla Terra, che, ci spiegano di striscio nel primo episodio, è in guerra mondiale o giù di lì... Poi la faccenda è tutta sulla mistica eroica dei protagonisti, ed il background sociopolitico non interessa più a nessuno, manco all'autore.
La serie dà il meglio di sé, sia nel fumetto originale sia nella serie animata (realizzata con una qualità tecnica notevole da "nomi grossi" del mondo dell'animazione tipo Shingo Araki), però, quando entrano in scena i Cavalieri D'Oro.
La "Corsa Alle 12 Case" è un crescendo di drammi personali e di personaggi riuscitissimi nelle loro esagerazioni. Tutto è spettacolo, eroismo, sangue che scorre (eccetto nelle repliche su Italia Uno, ma esistono i Torrent e i DVD per qualcosa, no?).
Nel frattempo, nel Mondo Reale™, è un tripudio di merchandising ininterrotto dal 1986 a oggi.
In Italia e ancor più in Spagna, i Cavalieri diventano un franchise famosissimo.
Nota obbligatoria: ormai lo sanno anche i sassi che l'edizione italiana ha avuto una traduzione/adattamento davvero peculiare, con alcune scelte dubbie (dare ad alcuni cavalieri il nome della costellazione e, come in originale, un nome proprio o far citare Dante al protagonista) e altre scelte che hanno reso immortale la saga, tipo alzare il registro linguistico a livelli degni dell'Accademia della Crusca, con dialoghi (e monologhi, tanti monologhi) tipo:
"Privo dei cinque sensi vagherai come un naufrago senza speranza d'approdo nel limbo senza memoria. La dimenticanza ti sarà quiete e silente padrona sino al sesto mondo di Ade, la dimenticanza che hai ottenuto per mano di Virgo!"
(episodio 58, il Cavaliere D'Oro di Virgo spiega la sesta parte del suo colpo segreto)
Complice un cast molto ricco e ben riuscito, un rilancio a spararla sempre più grossa di puntata in puntata ed un ricambio di comprimari continuo, era IMPOSSIBILE non parteggiare per qualcuno e non avere i propri preferiti.
Il mio preferito in assoluto era Shiryu / Sirio del Dragone: l'uomo dalla vista che va e viene come la luce di un vecchio neon, addestrato del leggendario (direi archetipale!) Maestro dei Cinque Picchi, nonché l'unico ad avere una circa-più-o-meno-quasi fidanzata semiufficiale e l'unico ad avere un colpo segreto che può uccidere una divinità, ma a prezzo della sua stessa vita.